Il Giappone ha deciso di alleggerire la tassa sulle criptovalute del 30% sui profitti cartacei per gli emittenti di token

Il governo giapponese è pronto ad allentare i requisiti fiscali per le società crittografiche locali, poiché spinge per stimolare la crescita nei settori finanziario e tecnologico nazionale.
Al momento, le aziende giapponesi che emettono criptovalute sono tenute a pagare un’aliquota dell’imposta sulle società del 30% sulle loro partecipazioni, anche se non hanno realizzato un profitto attraverso una vendita. Pertanto, un certo numero di aziende e talenti cripto/blockchain fondati a livello nazionale lo hanno fatto riferito scelto di aprire un negozio altrove negli ultimi anni.
Il 15 dicembre, il partito al governo giapponese, il comitato fiscale del Partito liberaldemocratico (LDP), ha tenuto una riunione e ha approvato una proposta, inizialmente presentata in agosto – che rimuove l’obbligo per le società di criptovalute di pagare le tasse sui guadagni cartacei dai token che hanno emesso e detenuto.
Le regole fiscali più morbide dovrebbero essere presentate al parlamento a gennaio ed entrare in vigore per il prossimo anno finanziario del Giappone che inizierà il 1 aprile.
Parlando a Bloomberg il 15 dicembre, il legislatore LDP e membro del suo ufficio politico Web3 Akihisa Shiozaki ha osservato che “questo è un grande passo avanti”, aggiungendo che “Diventerà più facile per varie aziende fare affari che comportano l’emissione di token”.
L’ultima mossa del governo sembra segnalare che la sua fame di promuovere e sviluppare il settore crittografico e Web3 domestico non è diminuita nonostante il disastro FTX,
Il primo ministro Fumio Kishida ha sottolineato a ottobre che gli NFT, la blockchain e il Metaverso giocheranno un ruolo importante nella trasformazione digitale della nazione. Il PM ha citato come esempio la digitalizzazione delle carte d’identità nazionali.
A ottobre la Japan Virtual and Crypto Assets Exchange Association ha anche annunciato l’intenzione di annullare il rigoroso processo di screening per l’inserimento di nuovi token negli exchange, cosa che Kishida aveva invitato a fare a giugno.
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Tali sentimenti lungimiranti sono stati condivisi anche da figure chiave del settore privato. L’8 dicembre il gigante bancario Sumitomo Mitsui Financial Group (SMBC) ha annunciato che sta lavorando a un’iniziativa per esplorare i casi d’uso dei token soulbound (SBT).
Gli SBT si riferiscono a una proposta del co-fondatore di Ethereum Vitalik Buterin riguardante l’uso di token per rappresentare l’identità digitale delle persone.